A nessuno piace attraversare brutti momenti, ritrovarsi a piangere, sentire il dolore bruciante espandersi dal petto a tutto il resto del corpo, impedendo di vivere serenamente la quotidianità. Eppure quei periodi arrivano, spesso al momento meno opportuno, o almeno questo è quello che siamo soliti credere.
In verità quello che ci viene fatto con quella sofferenza è un dono inestimabile, ma noi, concentrati come siamo a vedere il nero, non ci accorgiamo del bianco che si nasconde sotto di esso, pronto ad abbagliarci, se solo glielo permettessimo.
Siamo stati educati a vedere ciò che ci accade di brutto come un destino ineluttabile, come qualcosa di più grande di noi e sul quale non abbiamo alcun potere. Le crisi – esistenziali, economiche, di coppia, di amicizia ecc. – non dovrebbero spaventarci come fossero quanto di più simile ci sia alla fine del mondo. Abbiamo distorto il vero significato della parola “crisi”; essa, infatti, deriva dal greco krisis e da krino, che significano rispettivamente “scelta” e “distinguere”. Ecco allora che la crisi non è un’interruzione di qualcosa, non rappresenta una rottura drastica, ma è un momento fatto di scelte, in cui bisogna imparare a distinguere ciò che fa bene da ciò che fa male alla nostra crescita. La crisi ha in sé l’abbandono delle vecchie e malsane abitudini, permette di vedere chiaramente e con lucidità quello che è nocivo per noi, ma non fa solo questo. E’ una vera e propria fucina di idee, è in essa che scaturiscono la rinascita, la creatività verso nuove soluzioni, l’ispirazione. Questo non significa che ciò avvenga senza sofferenza: la crisi, infatti, è come un urlo dell’Anima giunto a farci comprendere che no, così proprio non possiamo andare avanti. Occorrono scelte. Occorre fare una distinzione tra ciò che vogliamo mantenere nella nostra vita e ciò che invece vogliamo abbandonare per sempre.
Fin dall’antichità gli eroi delle storie dovevano affrontare delle prove. A testare la loro bravura, il loro coraggio e il loro valore erano figure archetipiche potenti: il mago, la strega, il mostro… Noi siamo eroi delle nostre storie personali, è giusto che ci siano difficoltà da affrontare, poiché senza di esse non ci sarebbe crescita, e senza crescita esisterebbe solo la staticità della morte. Pensateci: Gandalf, prima di diventare il Bianco, ha dovuto affrontare l’infernale Balrog e da Grigio, non senza sofferenza, si è purificato giungendo al suo Io più puro e profondo. La sofferenza non è altro che fuoco pronto a spazzare via con forza quello che deve morire, è purificatore. La stessa Fenice incendia il proprio corpo per rinascere dalle ceneri più bella e splendente di prima.

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Allenati a vedere la bellezza che si nasconde dietro ciò che reputi negativo: cosa ti sta insegnando? Quale messaggio si nasconde dietro di essa? Cosa ti sta chiedendo di abbandonare? Ti assicuro che il positivo c’è, anche se fatichi a crederci. Se in ogni momento vedi i tuoi difetti, se non ti piace quello che vedi dentro di te, se credi di essere una persona spregevole… allora forse quel “nero” che vedi sta pestando i piedi per permetterti di fare un salto di qualità, ti sta dando l’opportunità non solo di cambiare ciò che sei in questo momento, ma anche di vedere che sotto quello sporco c’è una superficie pulita, luminosa, che aspetta solo che tu la liberi della spazzatura per poter brillare.
Ciò che di negativo ti accade non è lì per farti del male, ma per permetterti di tirare fuori la parte più bella e nascosta che hai dentro. E’ grazie ai tuoi demoni se puoi lavorare su di te, se puoi impegnarti per cambiare quello che non va nel tuo interno. Lo so, sembra un ossimoro, ma non lo è.
Ma ti dirò di più, anche se potrà sembrare difficile crederlo: quanto più vedi forte e potente il tuo demone oggi, tanto più sarà grande e radiosa la tua Resurrezione domani. Tutta la potenza che ha in negativo può essere trasmutata da te in positivo, ti appartiene già, è tua. Oggi il demone ti possiede, ma domani, se lo vincerai, sarai tu a possedere la sua forza trasmutata, sarà a tua completa disposizione e potrai utilizzarla per creare la tua vita a tua immagine e somiglianza. Tornando all’esempio di Gandalf: il Balrog sembrava troppo potente per lui, era il suo demone da affrontare, ma gli ha permesso di assurgere da stregone Grigio a mago Bianco. Senza il Balrog, non ci sarebbe stato Gandalf il Bianco e quest’ultimo non sarebbe mai stato tanto potente. Inoltre, Gandalf non si è arreso, non ha gettato la spugna di fronte al suo nemico rendendosi suo schiavo: piuttosto, ha fatto splendere la sua luce personale ancora più forte.

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Ecco perché il male che vorresti allontanare in verità è il tuo migliore amico e non è giunto per nuocerti, come invece credi, ma per farti propagare la luce che hai dentro e non sai di avere.
Se imparerai a guardare gli eventi che ti accadono con occhi diversi, vedrai cose che non avevi mai notato in te e fuori di te. Non limitarti a dire: “Perché proprio a me? Non me lo merito.” Gandalf non lo avrebbe mai fatto.
Impara tutto questo e smetterai di combattere invano, diventerai padrone della tua vita e ti si spiegherà un mondo ricco di possibilità nel quale sarai grato a quei demoni che prima disprezzavi, li amerai dal profondo del cuore, perché ti avranno permesso di diventare esattamente ciò che sei: il Mago della tua realtà.
Infine, ricorda che non ci sarebbero fiori, senza la pioggia. Prova a pensare a questo, quando attraverserai una giornata, una settimana, un mese sotto la pioggia della tristezza, dell’angoscia, dello stress… Cerca il fiore che si nasconde dietro le gocce delle tue lacrime, osservalo e lascia che sbocci. Non c’è niente di più bello.